ALPI GIULIE
Partenza:
Bivio sentiero n. 609 – Ricovero Btg. Alpini Gemona (quota 1890 m)
Arrivo:
Bivio sentiero n. 601 (quota 1400 m)
Dislivello: + 1300 m, – 1800 m
Lunghezza: 12 Km
Tempo di percorrenza: complessivo 7 h
Punti di appoggio: Ricovero Btg. Alpini Gemona, Ricovero Bernardinis, Casera Plan dei Spadovai, Casera Sompdogna
Difficoltà: PD(vedi legenda)
Sezione CAI di competenza: Pontebba – Tarvisio
Carta Tabacco: 018 Alpi Carniche Orientali Canal del Ferro
Numero ferrata: 649F
Si sale tutta la strada della Val Dogna parcheggiando poco prima di Sella di Sompdogna (quota m. 1268). Con il vicino sentiero CAI 609 si sale fino a raggiungere l’ inizio del sentiero 649 posto appena sotto il Ricovero Btg. Alpini Gemona (quota1890m).
Si inizia con una marcata mulattiera che scorre con diversi saliscendi fra mugheti e larghe praterie. Segue un colatoio dove il sentiero si svolge su ghiaie instabili ed a tratti esposte. Massima attenzione in specie sui tratti in discesa. Troveremo alcuni tratti attrezzati ed un ultimo canalino attrezzato ci farà raggiungere la cima del Monte Piper (quota 2069 m) posta in un prato. Superba visione sulle cime dalle Giulie alle Carniche ed anche sul sentiero che andremo a percorrere. Ogni forcella porta i segni delle difese costruite durante la Guerra Mondiale 15-18.
Dalla cima si scende abbastanza rapidamente ma sempre su tracce ben marcate fino ad incontrare il bivio col sentiero 648 (quota m. 1749). Ci aspetta ora un grande anfiteatro dove il sentiero prosegue con cautela sotto imponenti pareti rocciose. Diversi sono i tratti attrezzati. Si esce su un grande conoide di ghiaia dove troveremo il bivio con il sentiero 605 (quota m. 1725). Sopra in breve raggiungeremo la Forchia di Cjanalot (quota m.1830). Numerosi i resti di opere militari. Continuiamo in un intaglio fra i mughi che in poco tempo ci porta al Ricovero Bernardinis (quota m. 1970).
Si prosegue in salita alla sinistra del ricovero in un susseguirsi di opere di guerra che ora guardano la Val Canale. Il sentiero ci porta all’ingresso della galleria (munirsi di pila) che trapassa la cima dei Due Pizzi per farci sbucare sopra la Val Dogna. In discesa e poi con saliscendi e con arditi tratti attrezzati, percorreremo una magnifica cengia contornante i due Pizzi fino ad arrivare al bivio col sent. 604 (quota 1999 m) che da malga Granuda sale verso la cima. A sinistra una traccia ci può portare al m. Gosadon (quota 1968 m). Il nostro con una lunga discesa fra mughi e larici ci porta al bivio dove lasceremo il sentiero 604; noi proseguiremo riprendendo quota e risalendo a tratti, delle colate di ghiaie.
Si costeggia, passando poco sotto, la cima del Cuel dei Pez (m. 1943) per raggiungere in discesa la Forcella Cuel Tarond (quota 1740 m) accompagnati nell’ ultimo tratto, da numerosissimi ruderi di caserme e fortificazioni.
In forcella incrociamo il sentiero 647 che sale da Mincigos.
Si prosegue con una larga carrareccia verso i contrafforti del M. Sechieiz. Al tempo tre arditi ponti in pietra facilitavano l’attraversamento delle pareti strapiombanti del monte. Ora che non ci sono, ci si aiuta con un percorso attrezzato da
diverse scale che permettono lo scavalco delle pareti.
Dopo, un comodo sentiero che si inoltra in un abetaia, ci porta rapidamente ad uno slargo davanti a Malga Bieliga, incontrando al bivio il sentiero 601 (quota 1400 m) e la forestale per Chiout, sentiero 601b (dislivello accumulato: salita m 1300 – discesa m 1800 – lunghezza: 12,0 Km)
Proseguiamo con il nuovo tratto del sentiero 601 fino a raggiungere il suo termine sulla strada per Dogna.
Oppure seguendo la forestale per Chiout sentiero 601b.
Dettaglio tempi di percorrenza:
Percorso integrale:
Malga Granuda – Chiout
(Dislivello accumulato: Salita m 1800 – Discesa m 2350 – Lunghezza: 19,0 Km – ore 9,00)
Si ricorda che il sentiero va percorso muniti di adeguata attrezzatura (kit da ferrata).
Inagibile dall’inizio di sella Bieliga al bivio con la salita ai due Pizzi.
PARTICOLARE ATTENZIONE: Dall’incrocio del sentiero 648 che sale dalla Val Dogna, sino al successivo incrocio con il sentiero 605 che sale dal Pian dei Spadovai.
Sentiero ricco di storia patria per il ruolo che rivestì durante la prima guerra mondiale.
Sentiero per escursionisti esperti e con attrezzatura da ferrata.
Il percorso è privo di sorgenti d’acqua.
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